Ci vuole del genio
per raggiungere una libertà così radicale.
Joumana Haddad (Beirut 1970), giornalista, responsabile delle pagine culturali del quotidiano "An Nahar", e scrittrice, è membro del Comitato del libro e della lettura presso il ministero della Cultura libanese. Premio Blue Metropolis per la letteratura araba nel 2010, in Italia ha ha pubblicato racconti e poesie nelle antologie "Parola di donna, corpo di donna" (2005) e "Non ho peccato abbastanza" (2007) e le raccolte di poesie "Adrenalina" (2009) e "Il ritorno di Lilith" (2009). In "Ho ucciso Shahrazad" (2010) racconta cosa significhi appartenere all'altra metà del cielo del mondo arabo; mostra le lotte per combattere gli steriotipi e conquistare diritti considerati inalienabili eppure tutt'altro che scontati, le gioie e i dolori; rivela le speranze ed espone le debolezze delle donne arabe, le sfide che si trovano ad affrontare e i problemi che vivono, talvolta provocano o ignorano.
Sì, ho ucciso Shaharazad. L'ho uccisa dentro di me. E sono determinata a uccidere tutto ciò che le assomiglia, o si comporta come lei, nel mio inconscio, nella mia immaginazione e nella mia mente. Quindi le sue sorelle, figlie, nipoti e tutte le sue discendenti farebbero meglio a chiudere la fabbrica dei compromessi o a stare lontano da me.
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