Un gruppo di donne che, dopo la grande manifestazione del 13 febbraio a Belluno, vuole
continuare a discutere liberamente della condizione femminile oggi (e non solo). Per mantenere vivo il confronto tra noi, rimettere al centro la dignità, i diritti, il merito e il valore delle persone...SE NON ORA, QUANDO?

mercoledì 7 marzo 2012

Lavoro al femminile

La Stampa.it anche oggi propone un'inchiesta e un articolo interessanti in tema di occupazione femminile. In cerchi un lavoro e trovi soltanto offerte a luci rosse si riporta l'attenzione su come non sia la stessa cosa cercare lavoro se si è donna o uomo, a parità di condizioni e disponibilità. Si rincara la dose nelle pagine di economia, con Ma è in rosa il motore dell'economia ,  pagina alla quale potete trovare numerosi link correlati. L'articolo propone, tra le altre cose, alcuni spunti tratti dal libro di Daniela Del Boca, economista del Collegio Carlo Alberto di Torino e direttrice di Child, che assieme a Letizia Mencarini e Silvia Pasqua ha scritto per Il Mulino "Valorizzare le donne conviene", da cui:
È vero che lo Stato è in mala fede e non aiuta le donne a uscire da questa condizione. Ma è vero anche che alcune idee sono dure a morire. La prima è che se il gentil sesso resta a casa fa più figli. L’Italia è l’esempio eclatante che ormai vale il contrario: in tutto l’Occidente «sono i Paesi dove le donne partecipano di più al mercato del lavoro quelli con una fecondità più alta», ci ricorda Del Boca. La seconda falsa verità è che le donne che lavorano di più sono madri peggiori: il benessere dei bambini è legato invece «alle condizioni economico-sociali della famiglia». Che migliorano se la donna lavora. Il che rende lei e i figli anche meno vulnerabili, nel caso di separazione. Infine, i rendimenti scolastici dei bambini italiani sono inferiori alla media europea. Inchiodare la donna casa non serve dunque neanche a migliorare il risultato scolastico dei figli. E il terzo luogo comune, il più sciocco, che le autrici smentiscono, è che le madri lavoratrici sono più infelici: è vero il contrario come dimostrano i dati già citati sulle casalinghe. Come fare per cambiarle teste degli italiani? Del Boca è convinta che «per imporre il cambiamento servono degli incentivi: più asili nido, sgravi fiscali, congedi part-time divisi tra uomini e donne, tanto per fare esempi». Ma se non se ne convince il governo, le donne saranno destinate sempre alla loro ribellione silenziosa, come la chiama Emma Bonino. Restare a casa senza figli. Un modo come un altro per cancellare un Paese.
Il Corriere della Sera propone invece un 8 marzo dedicato ad una figura professionale specifica in Herat, l'8 marzo delle donne soldato .

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